L’assenteismo è un fenomeno sempre più frequente in contesti lavorativi. Nel momento in cui l’assenza prolungata di un dipendente dal proprio posto di lavoro viene dimostrata, può essere causa di licenziamento per giusta causa. Vediamo nel dettaglio come riconoscere il fenomeno.
Assenteismo sul posto di lavoro
Come specificato in precedenza, l’assenteismo si verifica nel momento in cui un dipendente si assenta in modo prolungato dal proprio posto di lavoro senza valide ragioni, abusando quindi di permessi, malattie e infortuni. Questo fenomeno può causare gravi disagi alla struttura aziendale, in quanto quest’ultima dovrà sostenere costi ulteriori per riuscire a colmare l’assenza ingiustificata del proprio dipendente.
Proprio per questo motivo, riuscire a dimostrare concretamente l’assenza ingiustificata di un dipendente, può essere causa principale di licenziamento. Per riuscire a riconoscere nel concreto un atteggiamento assenteista, è necessario che si verifichi almeno una tra queste condizioni:
- Dipendente che non rispetta gli orari di lavoro previsti sul contratto stipulato;
- Dipendente che ricorre sistematicamente a permessi retribuiti e/o periodi di aspettativa;
- Dipendente che ricorre sistematicamente a permessi per malattia.
Oltre a queste condizioni legate ad assenze fisiche sul posto di lavoro, c’è da annoverare anche l’assenteismo presenziale. Questa nuova forma di assenteismo, consiste in quei lavoratori dipendenti che spendono diverso tempo per scopi personali, anziché adempiere alle proprie mansioni di lavoratore.
Infatti, mentre la percentuale di assenteismo sul lavoro inizia a diminuire lievemente, è in costante aumento il numero di dipendenti che non rispettano le proprie mansioni, passando molto tempo su internet o sui vari social network. Insieme alle indagini per infedeltà coniugale, l’assenteismo è un altro motivo valido per affidarsi a investigatori esperti in modo da riuscire a dimostrare il comportamento scorretto e sleale del proprio lavoratore dipendente.